La psicoterapia con fondamenti scientifico – spirituali ad indirizzo antroposofico si fonda sul metodo di osservazione fenomenologica dell’essere vivente che è alla base dell’indagine scientifico – spirituale di Rudolf Steiner. Tale metodo di osservazione coglie l’uomo nella sua complessa realtà antropologica che vede in reciproco rapporto di interazione e funzionamento un triplice e un quadruplice sistema nell’essere vivente.
Il primo è un sistema tripartito o triarticolato, ovvero l’essere umano è formato da tre parti: il pensare, il sentire, il volere.
Il pensare è connesso all’attività razionale o sensitiva.
Il pensare, quindi, si esprime, sul piano fisico, nel sistema nervoso e sensoriale, nella testa, che ha forma sferica e ossa immobili (tranne la mascella). La scatola cranica racchiude, come a proteggere una zona che deve essere fortemente custodita, come una fortezza, un organo molle, l’encefalo. Possiamo collegare la sfera della testa alla preziosa funzione di rendere coscienti i pensieri e le percezioni sensoriali. Questo polo è lo strumento della sensibilità, del pensiero, della coscienza. Di questa attività razionale siamo consapevoli, in essa siamo desti, tant’è che quest’attività ci accompagna durante il cosiddetto stato di veglia.
Il sentire è l’attività emozionale dell’essere umano che si esprime attraverso il sistema ritmico (ritmo cardiaco, ritmo respiratorio, circolazione sanguigna, ma anche qualsiasi altro processo ritmico dell’organismo umano). Il sentire, nella tripartizione dell’uomo sul piano fisico si riflette nella zona mediana, nel torace: qui i muscoli fasciano le ossa che a loro volta racchiudono le parti molli; le ossa delle costole sono elastiche, quindi a metà fra l’immobilità e la mobilità. La struttura della gabbia toracica ha ancora qualcosa della sfericità della testa ma è divisa dalle costole che vanno a proteggere gli organi contenuti all’interno, il cuore e i polmoni.
In questa zona siamo parzialmente desti, nel senso che solitamente non siamo padroni, non siamo consapevoli e ben coscienti delle nostre emozioni, pur vivendole, perciò ci poniamo di fronte a esse come in una condizione di sogno. Il nostro sentire naturale fluttua come un sogno, lasciandoci spesso trascinare dagli stimoli esterni. Questo polo è lo strumento del sentimento e dell’affettività.
Il volere, invece, è l’attività delle nostre volizioni, delle nostre aspirazioni profonde, dei nostri bisogni fisici (sete, fame, sonno, eccetera). Sul piano fisico, il volere si esprime nel polo inferiore, che si identifica con l’addome e con gli arti. Riguarda principalmente il sistema metabolico e gli organi attivi nei processi del ricambio.
Qui l’elemento molle è senza protezione da parte dell’elemento osseo, come invece la scatola cranica faceva con l’encefalo. L’elemento osseo si situa dietro le circonvoluzioni intestinali, esse non vogliono essere contenute rigidamente, ma hanno bisogno di movimento continuo. Oltre al movimento, qui dobbiamo essere sempre in un sano stato di calore proveniente dal metabolismo. In questa sfera ci sono organi importantissimi come il fegato a svolgere funzioni fondamentali per il tono vitale dell’organismo, l’intestino, la milza, il pancreas. Siamo nella sfera del volere. I nostri arti sono l’espressione anatomica di forze di volontà. Scendiamo nella sfera della coscienza di sonno che ci porta nell’oscurità, ma che in ciò che di più vitale può esprimersi, come la forza dell’eros intendendola proprio come forza di vita.
L’uomo è dunque un’unità triarticolata, ma è pure un essere quadripartito, poiché secondo la visione antroposofica l’uomo è fatto di un corpo fisico, un corpo eterico, un corpo astrale e l’Io.
La realtà quadripartita consiste in quattro parti costitutive di cui solo la prima, il corpo fisico (organizzazione fisica) è percepibile con gli ordinari organi di senso ed è quello in cui l’uomo è simile al mondo minerale.
Il corpo eterico o forza vitale (organizzazione della vita) è la dimensione delle manifestazioni legate alla crescita, alla formazione di un vero e proprio organismo, alla rigenerazione della sostanza organica danneggiata o mancante e dell’organismo in toto: è proprio in quest’ambito che si ritrova la sorgente delle forze di guarigione.
Il corpo astrale o animico (organizzazione psichica) compenetra di anima l’organismo differenziando la vita rappresentativa, il mondo dei sentimenti e la sfera degli impulsi volitivi. Le prime tre dimensioni, corpo fisico, eterico e astrale, trovano corrispondenza rispettivamente nei regni della natura: minerale, vegetale, animale.
L’Io (organizzazione dell’Io) è l’elemento conoscitivo dell’essere umano, che permette all’uomo di produrre civiltà e gli fa percorrere la sua biografia recependo ed elaborando conoscenza. L’autocoscienza e l’autocontrollo dell’uomo, la possibilità di afferrare se stesso come individualità in grado di confrontarsi con il mondo sviluppando un’attività conoscitiva e agendo in modo responsabile si fondano nel suo nucleo spirituale essenziale, nell’Io.
Le quattro dimensioni non sono realtà separate l’una dall’altra, ma organizzazioni di forze che si compenetrano e si influenzano inducendo profonde trasformazioni nel corso della vita.
La considerazione della realtà quadripartita dell’uomo permette di afferrarne la complessità strutturale e di ricavarne preziose indicazioni per comprendere la dialettica di salute e di malattia.
I corpi costitutivi, nell’essere umano sano, si sviluppano secondo precise leggi biografiche che vengono scandite da ritmi di settenni nel ciclo vitale dell’individuo.
In psicoterapia antroposofica si osserva se e come le suddette leggi sono state soddisfatte, per poter poi elaborare e sciogliere con il paziente stasi biografiche e nodi esistenziali.
Il lavoro dello psicoterapeuta antroposofico si avvale, quando possibile, di un approccio multidisciplinare che prevede la collaborazione con il medico antroposofo e con le arti terapeutiche della medicina antroposofica (euritmia, terapia artistica, massaggio ritmico, arte della parola).