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DEPRESSIONE  - Nicoletta Dezi
DEPRESSIONE 

Una persona che soffre di depressione o più precisamente di disturbo depressivo maggiore ha la percezione di essere senza speranza, senza poteri, né risorse, completamente impotente di fronte alla vita e agli altri.

Manca di energie per fare qualsiasi attività, che sia fisica o mentale e del resto niente sembra più interessante, né in grado di dare piacere. Può guardare la propria vita e tutto può apparire come un fallimento, un susseguirsi di perdite di cui sente, sovente, di essere colpevole.

Può, altresì, attribuire la responsabilità di tale stato di cose all’esterno, incolpando con rabbia gli altri, la vita, sentendosi vittima delle avversità, tale atteggiamento la condurrà ad un isolamento quasi inevitabile.

La caratteristica essenziale di un episodio depressivo maggiore è la presenza di un umore depresso o la perdita di interesse o piacere in quasi tutte le attività per un periodo che si protrae per almeno due settimane.

L’umore, in un episodio depressivo maggiore, viene, sovente, descritto dalla persona come depresso, triste, disperato, scoraggiato o “giù di corda”, in alcuni casi, gli individui enfatizzano sintomi fisici, come fastidi o dolori corporei anziché riferire sentimenti di tristezza e in molti casi si evidenzia un aumento dell’irritabilità (per esempio rabbia persistente, tendenza a rispondere agli eventi con eccessi d’ira o avere un esagerato senso di frustrazione per questioni irrilevanti).

Nelle persone affette da questo tipo di sofferenza psichica, la perdita d’interesse o piacere è quasi sempre presente; possono, dunque, riferire di sentirsi meno interessati agli hobby o di non provare alcun piacere in attività precedentemente considerate interessanti. In alcuni vi è una significativa riduzione dell’interesse o del desiderio sessuale rispetto a periodi di vita precedenti.

La modificazione dell’appetito può riguardare sia la riduzione, sia l’aumento dello stesso.  Alcuni soggetti riferiscono di doversi sforzare di mangiare, mentre altri aumentano le quantità e hanno desiderio di particolari cibi come dolci o altri carboidrati. In alcuni casi, ciò può causare una considerevole perdita o aumento di peso corporeo.

I disturbi del sonno sono molto frequenti e l’insonnia, una delle principali manifestazioni del disturbo depressivo maggiore, si caratterizza per i numerosi risvegli, soprattutto nelle prime ore del mattino. La persona depressa riferisce di svegliarsi dopo poche ore di sonno, di non riuscire più ad addormentarsi e di essere costretto ad alzarsi alcune ore prima rispetto all’orario abituale; durante i periodi di veglia notturna pensa incessantemente alle disgrazie della vita e alle colpe del passato. Nonostante l’insonnia possa essere lieve, il depresso lamenta di non sentirsi riposato. In altri casi, la condizione depressiva può accompagnarsi a un aumento delle ore di sonno con ipersonnia, fino a una vera e propria letargia.

Le alterazioni psicomotorie, presenti in alcuni quadri depressivi, includono l’agitazione psicomotoria, che si manifesta con irrequietezza, difficoltà a stare fermi, continua necessità di muoversi, di camminare, di contorcere le mani e le dita, oppure un rallentamento che si può esplicare attraverso un eloquio, pensieri e movimenti del corpo ridotti e limitati.

Sono comuni la diminuzione dell’energia, astenia e faticabilità, ovvero, l’individuo può riferire una continua stanchezza in mancanza di una specifica attività fisica e in alcuni casi semplici azioni come lavarsi e vestirsi al mattino possono risultare estremamente faticose.

Molte persone riferiscono una ridotta capacità di pensiero, di concentrazione o incapacità di prendere decisioni anche semplici, possono, altresì, apparire facilmente distraibili o lamentare difficoltà di memoria.

La compromissione delle prestazioni intellettuali, la percezione della propria aridità affettiva e della propria inefficienza, portano il depresso all’ autosvalutazione, al disprezzo di sé, alla convinzione della propria inadeguatezza, talora accompagnati da un incessante ruminare sui propri sbagli e su colpe lontane. Il futuro è privo di speranza e il passato vuoto e inutile, valutato come pieno di errori commessi; la persona prova sentimenti di colpa e fa previsioni di rovina e miseria. Talora ritiene se stesso responsabile dei propri disturbi e dell’incapacità di guarire: convinto di poter “star meglio facendo uno sforzo”, si giudica indegno per la propria condotta, per la propria pigrizia, per il proprio egoismo.

Sono frequenti pensieri di morte, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio. Le motivazioni al suicidio possono includere un desiderio di rinunciare a fronteggiare ostacoli percepiti come insormontabili o un desiderio intenso di porre fine a uno stato emotivo estremamente doloroso, percepito come ineluttabile, o, ancora, di evitare di essere di peso agli altri.

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