Il disturbo di panico si può considerare la forma più acuta e intensa dell’ansia ed ha le caratteristiche di una crisi che si consuma nell’arco di circa dieci minuti.
Un attacco di panico si distingue dall’ansia continua per il tempo che impiega ad arrivare al picco d’intensità – che si verifica nel giro di alcuni minuti – per la sua natura discreta e la sua tipica maggiore gravità.
Tali improvvise crisi parossistiche sono caratterizzate da sintomi fisici di natura neurovegetativa che si associano a un vissuto psicologico di terrore, morte imminente e/o di perdere il controllo sui propri pensieri e sulle proprie azioni.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM5 (American Psychiatric Association, 2014) un attacco di panico è un improvviso aumento di intensa paura o disagio che raggiunge un picco in pochi minuti, durante i quali si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
- Sudorazione
- tremori fini o scosse
- dispnea o sensazione di soffocamento
- sensazione di asfissia
- dolori o fastidio al petto
- nausea o disturbi addominali
- sensazioni di vertigine, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
- brividi o vampate di calore
- parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
- derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
- paura di perdere il controllo o di impazzire
- paura di morire
Dunque, gli attacchi di panico durano generalmente solo alcuni minuti, ma causano alla persona una considerevole angoscia. Oltre ad allarmanti sintomi fisiologici, come soffocamento, vertigini, sudorazione, tremore e tachicardia, gli individui con tale disturbo avvertono, sovente, una sensazione di morte imminente. La maggior parte di queste persone soffre anche di agorafobia (la paura d’essere intrappolato in un luogo o in una situazione dai quali la fuga può essere difficile o tremendamente imbarazzante). Nel caso in cui gli attacchi di panico sono ricorrenti, i soggetti che ne sono affetti spesso sviluppano una forma secondaria di ansia anticipatoria, preoccupandosi perennemente di quando e dove avverrà l’attacco successivo.