DISTURBO DA BINGE – EATING  - Nicoletta Dezi

Il termine significa letteralmente “abbuffata di cibo” e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo (modalità compulsiva) su cosa e quanto si stia mangiando. Quando gli episodi di binge – eating sono ricorrenti (almeno 1 volta alla settimana per un periodo di almeno 3 mesi consecutivi) si fa diagnosi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, conosciuto anche in Italia con l’acronimo anglosassone BED (Binge Eating Disorder).

Gli episodi di abbuffata sono associati ad almeno tre dei seguenti aspetti:

  • mangiare molto più rapidamente del normale;
  • mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
  • mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente affamati;
  • mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando;
  • sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio.

Gli individui con disturbo da binge – eating tipicamente si vergognano dei loro problemi con l’alimentazione e tentano di nascondere i loro sintomi. Dunque, le abbuffate avvengono solitamente in solitudine; l’antecedente più comune dell’abbuffata è un’emozione negativa. Altri fattori scatenanti comprendono condizioni interpersonali stressanti, restrizione dietetica, sentimenti negativi correlati al peso e alla forma del corpo e al cibo, infine la noia.

Sul piano psicologico le persone affette da binge -eating presentano solitamente livelli di bassa autostima, un abbassamento del tono dell’umore e un’immagine fortemente negativa del proprio corpo.

Il Disturbo da Alimentazione incontrollata si distingue dalla bulimia nervosa perché chi ne soffre non mette in atto sistematicamente comportamenti compensatori per controllare il peso, come vomito, abuso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico. Dunque, la maggior parte dei soggetti con Binge Eating Disorder è in sovrappeso o obeso ed esiste una forte associazione tra il disturbo e l’obesità. L’obesità, a sua volta, provoca numerose complicazioni mediche, tra le quali: malattie cardiovascolari, diabete, apnee notturne.

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