TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE CAUSALE - Nicoletta Dezi

La terapia cognitivo comportamentale causale è un approccio terapeutico che postula l’esistenza di una complessa relazione tra emozioni, pensieri, comportamenti, aspetto motivazionale e interesse prioritario.

La teoria di fondo, la teoria cognitivo – comportamentale, prevede come centrale il sistema di convinzioni, credenze disfunzionali, di distorsioni cognitive e quindi della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali che vanno ad inficiare la qualità di vita dell’individuo. Ciò implica che non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i disagi psicologici, emotivi e le risposte comportamentali, ma questi verrebbero piuttosto largamente influenzati dalle strutture e costruzioni cognitive della persona.

Lo scopo della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è, pertanto, di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali.

La metodologia prevede l’utilizzo di specifiche strategie e tecniche che si inseriscono all’interno di protocolli di trattamento validati scientificamente e che vengono applicate dal terapeuta in funzione degli obiettivi concordati con la persona portatore del disagio. Una delle tecniche più utilizzate nel lavoro terapeutico è la tecnica dell’ABC, la quale aiuta il paziente a prendere coscienza di come si sviluppano i propri episodi emozionali, a partire da un evento specifico e delle risposte comportamentali che lo stesso mette in atto. Pertanto, gli elementi inseriti nell’analisi di lavoro e quindi nell’analisi funzionale dell’azione sono i seguenti:

A: ANTECEDENTE –  è l’evento attivante, quello che funge da stimolo per il soggetto. Indica gli avvenimenti e gli eventi fattuali.

B: PENSIERO (BELIEFS SYSTEM) – è il sistema di valutazione della persona, il suo sistema di convinzioni, ragionamenti, credenze. Include svariate attività mentali:

  • Immagini;
  • Inferenze, sono ipotesi, predizioni su ciò che sta accadendo, accadrà o è accaduto;
  • Valutazioni, ovvero, giudizi o preferenze;
  • Assunzioni disfunzionali, regole e principi fondamentali che guidano il comportamento e che hanno probabilmente origine nelle esperienze passate.

C: CONSEGUENZA DI NATURA EMOTIVA E COMPORTAMENTALE – reazioni emotive, sentimenti e comportamenti che seguono ciò che riflette nel sistema di convinzioni e di credenze (B), dato un certo evento attivante (A).

L’approccio cognitivo – comportamentale causale aggiunge un concetto fondamentale all’analisi delle risposte emotive e comportamentali, espressioni del disagio che la persona manifesta: l’aspetto motivazionale. 

Tale approccio tende ad orientare il lavoro terapeutico all’analisi del comportamento e all’identificazione delle cause sottostanti dello stesso. Tale approccio attribuisce valore causale alle motivazioni dominanti nella persona, alla sua struttura motivazionale, che costituisce il fondamento preesistente alla stimolazione ambientale, senza il quale le singole componenti di una sequenza comportamentale non avrebbero ragion d’essere. Centrali sono i concetti di fine dell’azione e di interesse prioritario, il quale muove totalmente la struttura motivazionale dell’individuo. 

Il fine dell’azione descrive la finalità specifica dell’azione in oggetto messa in atto dalla persona, ovvero, lo scopo, il “motore” che muove la stessa attraverso quello specifico agire. 

L’interesse prioritario invece corrisponde al valore di maggior significato per la persona, a quel valore che maggiormente deve essere tutelato allo scopo di salvaguardare la stessa integrità dell’individuo. Descrive l’interesse costante, prevalente e pervasivo che dà significato a ciascun fine specifico dell’azione.

Il concetto di patologia psichica pertanto subisce un’innovazione all’interno dell’approccio cognitivo – comportamentale causale, ovvero, è considerata la conseguenza di una radicalizzazione di un falso fondamento interno alla struttura motivazionale della persona. Tale fondamento determina l’adozione di automatismi disfunzionali di pensiero e di azione che espropriano l’uomo dall’utilizzo sano e completo delle principali facoltà umane (intelligenza, volontà, azione).

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